Un riccio a Nativa: la caccia a lumache e chiocciole
Lymnea questa settimana brontola perché, secondo lei, noi siamo felicissimi (e lo siamo davvero) che ci sia un riccio nell’orto a dare la caccia a lumache e chiocciole. Tuttavia, la nostra lumaca di palude è abbastanza obiettiva da ammettere che le sue cugine sono voraci tanto quanto il loro predatore; su chi dei due sia più carino invece non c’è storia, insomma, avete visto che bel musetto ha il nostro riccio?
Se non hai ancora letto il racconto precedente https://www.ecolecoop.it/2024/10/21/racconti-nellorto-laboratori-con-i-bambini-pettirossi-e-serra/
Buona lettura!
Il team di Nativa
Amabili lettori,
questo è un bollettino di guerra. Purtroppo è giunto quel momento dell’anno, il momento che tutti gli invertebrati dell’orto temono. C’è una minaccia, più spietata e inarrestabile che mai, che si aggira di notte, tra le verdure. Le mie cugine chiocciole e lumache di terra sono comprensibilmente terrorizzate, ma allo stesso tempo pronte a trovare ogni escamotage per la sopravvivenza. Sanno che la minaccia è terribile e che la lotta sarà dura, ma non si arrendono.
Io, da parte mia, me ne sto a mollo sul fondo nello stagno, preoccupata per la sorte delle mie cugine ma abbastanza tranquilla per la mia, poichè la spaventosa minaccia non si dedica alle imprese subacquee, grazie al cielo.
D’altra parte, si tratta di tener duro per qualche settimana, fino a quando il freddo non costringerà sia il terribile nemico che le mie cugine al letargo.
Vi chiedo perdono, nella concitazione non vi ho specificato la natura della minaccia che le affligge e che ha trasformato la sede del Club della Compostiera nel quartier generale della resistenza invertebrata. Ebbene, si tratta dei ricci.
Amabili lettori, forse ai vostri occhi un riccio, coi suoi occhietti neri e il suo nasino a punta, sembra assai più carino di una lumaca, ma solo perché non lo avete visto mai cacciare.
E’ vorace, perennemente affamato e alla ricerca di cibo (ora che ci penso, un po’ come le mie cugine) e per di più è velocissimo: non fanno in tempo ad avvistarlo presso la serra che è già in agguato nella fila dei porri, oppure tra i topinambur.
Altro guaio, gode della protezione degli umani di Nativa, che sono ben felici di vederlo cacciare lumache… Io però l’avevo detto alle mie cugine di darsi un contegno, ma loro niente, a forza di rosicchiare ogni foglia verde disponibile (cavoli, insalata, bieta…) senza un minimo di creanza sono riuscite a inimicarsi tutti gli umani della zona, che ora (oltre a parteggiare sfacciatamente per lo spinoso nemico) hanno addirittura sparso tra le file una polvere grigia, che chiamano “cenere”, per tenere lontane le mie cugine dal loro secondo cibo preferito, ossia la bieta.
Questa è la situazione attuale, amabili lettori. Speriamo che l’inverno porti un po’ di pace nell’orto intero, anche io ho bisogno di disintossicarmi da questa stressante vicenda con un adeguato riposo.
Gentilmente vostra
Lymnea